Un maronita Toni fa inavvertitamente cadere dell’acqua dal suo terrazzo sulla testa del palestinese Yasser, un capo-cantiere che sta lavorando in strada con i suoi uomini. Si passa rapidamente dagli insulti ai pugni e il litigio finisce in tribunale.
Il banale incidente passa presto in secondo piano: il caso diventa nazionale e la popolazione si divide fra pro-Toni e pro-Yasser, non certo perché sono entrati nel merito della contesa ma semplicemente perché i primi sono maroniti e i secondi palestinesi.
La positiva conclusione di questa contesa viene raggiunta perché entrambi i protagonisti sono delle persone profondamente oneste: Yasser, nella prima udienza, si dichiara colpevole e si rifiuta di ripetere davanti a tutti l’insulto che ha ricevuto.
Anche Toni di fronte al suo avvocato, conferma che vuole solo le scuse da Yasser, non desidera che vada in prigione e quando si accorge che Yasser ha la macchina in panne (Toni è un meccanico) lo aiuta a ripartire. È bello scoprire anche la bellezza morale dei parenti dei protagonisti: la moglie di Toni e suo padre non esitano a rimproverarlo per aver ecceduto negli insulti; la moglie di Yasser lo invita a chiudere la vicenda chiedendo il perdono.
Il film ha vinto nel 2017 al Festival di Venezia la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile e nel 2018 è stato candidato al Premio Oscar come miglior film straniero.
L’insulto
- Regia di Ziad Doueiri
- Con Adel Karam, Rita Hayek, Kamel El Basha, Christine Choueiri, Camille Salameh
- Titolo originale: L’insulte
- Titolo internazionale: The Insult. Genere Drammatico, – Libano, 2017
- Durata 113 minuti
