“L’Insulto” – Sguardi di vita. Recensioni cinematografiche

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Nel tormentato Medioriente in questo momento il Libano appare in pace ma al tempo in cui è ambientato questo film (anni ’90) c’erano situazioni di tensione fra i cristiano-maroniti e i profughi palestinesi che si erano rifugiati in Libano per le ripetute guerre arabo-israeliane.

Un maronita Toni fa inavvertitamente cadere dell’acqua dal suo terrazzo sulla testa del palestinese Yasser, un capo-cantiere che sta lavorando in strada con i suoi uomini. Si passa rapidamente dagli insulti ai pugni e il litigio finisce in tribunale.

Il banale incidente passa presto in secondo piano: il caso diventa nazionale e la popolazione si divide fra pro-Toni e pro-Yasser, non certo perché sono entrati nel merito della contesa ma semplicemente perché i primi sono maroniti e i secondi palestinesi.

La positiva conclusione di questa contesa viene raggiunta perché entrambi i protagonisti sono delle persone profondamente oneste: Yasser, nella prima udienza, si dichiara colpevole e si rifiuta di ripetere davanti a tutti l’insulto che ha ricevuto.

Anche Toni di fronte al suo avvocato, conferma che vuole solo le scuse da Yasser, non desidera che vada in prigione e quando si accorge che Yasser ha la macchina in panne (Toni è un meccanico) lo aiuta a ripartire. È bello scoprire anche la bellezza morale dei parenti dei protagonisti: la moglie di Toni e suo padre non esitano a rimproverarlo per aver ecceduto negli insulti; la moglie di Yasser lo invita a chiudere la vicenda chiedendo il perdono.

Il film ha vinto nel 2017 al Festival di Venezia la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile e nel 2018 è stato candidato al Premio Oscar come miglior film straniero.

L’insulto

  • Regia di Ziad Doueiri
  • Con Adel Karam, Rita Hayek, Kamel El Basha, Christine Choueiri, Camille Salameh
  • Titolo originale: L’insulte
  • Titolo internazionale: The Insult. Genere Drammatico, – Libano, 2017
  • Durata 113 minuti